Il manoscritto, che contiene
gli Epigrammi di Marziale, fu confezionato probabilmente nell'ambito dello scriptorium di Guarnerio, come dimostra la splendida
littera antiqua in cui venne scritto dalla mano di
Battista da Cingoli, copista prediletto da Guarnerio, e dalla presenza, nelle correzioni ed integrazioni, della mano di Niccolò de Collibus come per es. quelle nei margini di
carta 13 verso.
La presenza nella libreria del Vicario del Patriarca di un autore come Marziale, non certo molto letto nel Medioevo e forse non atteso nella raccolta di un ecclesiastico, sottolinea chiaramente gli
interessi schiettamente umanistici di Guarnerio, il suo desiderio di possedere il complesso delle opere superstiti del mondo classico, senza alcun condizionamento.
Si tratta di un codice in pergamena, con a
carta 1 recto una
meravigliosa lettera iniziale in lamina dorata su fondo a lacunari blu, carminio e verde, punteggiati a biacca, con bianchigirari a terminazioni floreali e fogliacee. La decorazione si prolunga in
fregio sul margine interno e, in modo più vistoso, su quello superiore.