Il manoscritto 69 è tra i primi codici della biblioteca,
in parte scritto dallo stesso Guarnerio, come si legge a
carta 154 verso, dove accanto alla data del 2 febbraio 1441, si legge anche la sottoscrizione "
Guarnerius scripsit raptissime" .
Contiene una fra le opere più lette nel medioevo e nell’umanesimo: il
De officiis di Cicerone.
Come il manoscritto Guarneriano 54, anche il Guarneriano 69 prova che, già al principio della sua carriera in Friuli, Guarnerio nutrì l’idea di una collezione libraria, ma non aveva ancora le finanze necessarie per allestire codici di grande pregio estetico: lui stesso infatti si impegnava in quel lavoro di copia, che successivamente, grazie alla maggiore disponiblità economica dovuta al suo ruolo di Vicario del Patriarca, avrebbe demandato a copisti di sua fiducia, primo fra tutti il prediletto Battista da Cingoli.
La scrittura del manoscritto 69 è una
corsiva all'antica di due mani molto simili, la seconda delle quali è sicuramente quella di Guarnerio, così come sue sono anche correzioni, varianti e
notabilia presenti nel codice, come si vedono per es. a
carta 125 verso.
Il manoscritto presenta anche rubriche in inchiostro rosso e spazi in bianco per letterine iniziali ornate, mai eseguite.