MS 42

Le Sentenze
Pietro Lombardo
datazione:fine del sec. XII
supporto:pergamena
dimensioni:cm 29x19
fondo:Guarnerio d’Artegna
Contributi
Il ms. 42 è citato già nel primo Inventario di Guarnerio, quello del 1456, dove compare come “El maistro delle Sentenze” e sicuramente Guarnerio lo utilizzò come testo di studio: prova ne sono le annotazioni di sua mano a margine di alcune carte, del resto il libro era ampiamente adottato come libro di testo teologico in epoca alto e tardo medievale.
Il codice contiene appunto Le Sentenze, famoso trattato di teologia scritto da Pietro Lombardo intorno al 1150: una summa di citazioni e di dichiarazioni autorevoli sui passi biblici. Il codice è datato al finire del XII secolo, cioè è praticamente coevo del suo stesso autore, e proviene dall’ambiente dotto bolognese. Venne commissionato dal cardinale Ardizzone Rivoltella, che compare nel meraviglioso colophon, ritratto seduto in trono, nell’atto di benedire il copista, che inginocchiato davanti al cardinale tiene in mano un cartiglio che recita “inveniam gratiam in oculis tuis”, ovvero nel quale sottolinea la speranza di trovare in lui benevolenza (carta256 recto). La caratteristica speciale del ms. 42 risiede sicuramente nel ricchissimo corredo iconografico: un vero e proprio bestiario fantastico in cui ai mostri di varia natura si affiancano demoni, animali feroci, pesci, uccelli, serpenti e grifoni, e piccole figure umane che corrono, inciampano, fanno acrobazie, reggono cesti, tirano con l’arco. Splendido l’uomo, vestito di blu cobalto, che sta poggiando lo spiedo con il maiale sul braciere a carta 113 verso, o quello che regge un grande vassoio sul quale è poggiato un enorme pesce a carta 125 recto, oppure ancora l’acrobata che fluttua nel margine della pagina, tenendo un possente pesce per la coda, a sua volta preso all’amo di una lenza che diparte da un ricciolo decorativo (carta 112 verso).

«Questi disegni in particolare. Fai attenzione: più che miniature sono una specie di codice parallelo al testo. Non solo lo illustrano, ma lo spiegano. Ne evidenziano alcuni passaggi, più significativi di altri. E soprattutto intessono con la parte testuale una specie di dialogo che a noi pare muto, senza senso, soltanto perché non ne possediamo la chiave. Bisogna trovare il modo di farle scorrere, come se fossero i fotogrammi di un cartone animato. E allora sì, che sanno narrare una storia, e per immagini. Sono modernissime. Una graphic novel medievale. Un ipermediale in cui le glosse diventano altrettanti link verso altri testi, rimandi, citazioni».
(Angelo Floramo, Guarneriana segreta, Bottega Errante Edizioni)