Il
codice, scritto per il cardinal Antonio Panciera, entrò nella biblioteca di Guarnerio probabilmente intorno al 1460, quando egli ebbe a prestito dagli eredi del cardinale un gruppo di manoscritti per i quali possediamo una carta di debito redatta dal notaio Niccolò Pittiani. Nell'inventario del 1461 il codice è riconoscibile al n. 158 alla dicitura "
Auctoritates d. Francisci Petrarce in pergaminis".
Si tratta di un codice in pergamena, di 24 carte rigate a punta di piombo.
La
carta 1 recto reca una lettera iniziale decorata con teminazioni fogliacee che si protendono lungo il margine sinistro della pagina; sul margine destro corrono analoghe decorazioni con raffigurazioni di uccelli; in calce, invece, trovano spazio tra
stemmi colorati in rosso e nero: quello di papa Bonifacio VIII al centro con ai lati lo stemma del cardinal Antonio Panciera.
Il
carme in onore del Panciera, composto dal vescovo di Ostuni,
Giovanni di Adria, fornisce alcune notizie sulla giovinezza del cardinale.
Una curiosità, infine: all'inizio del codice, una carta di guardia membranacea utilizza una porzione di foglio proveniente da un codice di diritto canonico.
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